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"Una doppia valenza connota il discorso poetico di Luana Fabiano: da una parte quella di un dialogo intimista con la natura, chiamata a testimone e interlocutrice del proprio flusso interiore di percezioni e pensieri; dall'altra una vena civile, che in questa raccolta si esplicita nelle ultime due sezioni, "Profugo è questo tempo" e "I figli della guerra". Non si deve tuttavia pensare a una modalità doppia di discorso, perché quello che appare più notevole di questa voce poetica è proprio la sua coerenza monolinguista, l'identica malinconica passione che scorre da un punto all'altro dei suoi diversi componimenti." (Caterina Verbaro)